Sanificazione per prevenzione COVID-19
Le misure adottate dalla Fondazione Universitaria
Premessa
Come noto, COVID-19 (dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease e "19" indica l'anno in cui si è manifestata) è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus.
La trasmissione delle infezioni da coronavirus, incluso il SARS-CoV-2, avviene soprattutto attraverso droplets, goccioline di diametro ≥ 5 μm che hanno origine dal respirare, parlare, tossire e starnutire. Per le loro dimensioni, i droplets viaggiano nell’aria per brevi distanze, generalmente inferiori a un metro, e possono direttamente raggiungere soggetti suscettibili nelle immediate vicinanze, come anche depositarsi su oggetti o superfici che diventano, quindi, fonte di diffusione del virus. Infatti, in questo caso, le mani che sono venute in contatto con gli oggetti così contaminati possono costituire veicolo di trasmissione per contatto indiretto quando toccano le mucose di bocca, naso e occhi. Recenti dati sperimentali relativi alla persistenza del virus SARS-CoV-2 dimostrano che le il tempo di sopravvivenza sulle superfici oscilla da poche ore fino ad alcuni giorni in dipendenza del materiale interessato.
Di conseguenza, oltre al lavaggio delle mani ed al distanziamento sociale, la pulizia regolare, seguita periodicamente da idonee procedure di sanificazione delle superfici e degli ambienti interni, riveste un ruolo cruciale nella prevenzione e contenimento della diffusione del virus.
All’attualità, le norme di riferimento sono contenute complessivamente nei dossier elaborati dal Ministero della Sanità e dall’Istituto Superiore di Sanità (cfr., in particolare, Circolari del Ministero della Salute nn. 17644 del 22 maggio 2020 e 5443 del 22 febbraio 2020; Rapporti ISS COVID-19 nn. 25/2020 versione del 15 maggio 2020, 19/2020 versione del 13 luglio 2020, n. 7/2020 versione del 29 marzo 2020, 3/2020 versione del 31 maggio 2020).
Misure organizzative adottate all’insorgere della pandemia
Sin dallo scorso 24 febbraio, all’indomani dell’emersione dei primi casi di coronavirus nel lodigiano, la Fondazione Universitaria ha intrapreso - nell’ambito del servizio di pulizia e igiene ambientale per i Campus di Fisciano e Baronissi dell'Università degli Studi di Salerno - l’adozione di misure tese alla prevenzione del rischio di contagio da COVID-19.
Infatti, si è provveduto, da subito, ad incrementare il normale servizio di pulizia onde poter assicurare la quotidiana pulizia e disinfezione di aule, locali assegnati alla docenza ed al personale tecnico-amministrativo, spazi comuni e servizi igienici (garantendo, per questi ultimi, il monitoraggio continuo mediante un presidio fisso che potesse intervenire, all’occorrenza, anche in caso di emergenza).
Nelle giornate del 27 e 28 febbraio è stato realizzato un massivo intervento negli ambienti normalmente accessibili al pubblico (aule, biblioteche, spazi comuni, servizi igienici, ecc.); immediatamente a seguire, nelle giornate del 29 febbraio e 1° marzo, l’intervento è stato esteso ai restanti ambienti ad accesso riservato (Rettorato, studi dei docenti, uffici amministrativi, segreterie, sale riunioni, archivi, ecc.).
Nel contempo, la Fondazione, con la collaborazione degli Uffici Tecnici di Ateneo, ha provveduto all’installazione, nei Campus di Fisciano e Baronissi nonché nella sede di Penta, di dosatori di gel igienizzante per le mani, provvedendo altresì al loro rifornimento, grazie alla collaborazione della ditta affidataria del servizio di pulizia (cfr. elenco delle postazioni).
In seguito alla chiusura dell’Università, disposta con Ordinanza sindacale del 15 marzo per un riscontrato caso di positività al COVID-19, la Fondazione, su richiesta dell’Ateneo, ha provveduto a far eseguire, dal 23 al 29 marzo, un intervento straordinario di pulizia, disinfezione e sanificazione degli spazi interni ed esterni dei Campus di Fisciano e Baronissi dell'Università degli Studi di Salerno, secondo le indicazioni contenute, in particolare, nella Circolare del Ministero della Salute n. 5443 del 22 febbraio 2020 avuto riguardo agli ambienti ove abbia soggiornato un caso COVID-19 (cfr. attestazione e certificato).
Con l’avvio, dallo scorso 4 maggio, della c.d. “Fase 2” e con la consequenziale ripresa delle attività istituzionali “in presenza” da parte di un’utenza via via sempre più numerosa, la Fondazione ha dovuto riorganizzare il servizio per contribuire a consentire, per quanto di sua competenza, lo svolgimento delle suddette attività in condizioni di sicurezza.
Misure organizzative adottate nella “Fase 2”
Sin dall’avvio della c.d. “Fase 2”, in tutti gli ambienti dell’Ateneo oggetto di frequentazione da parte di utenza autorizzata, l’erogazione delle prestazioni di pulizia e disinfezione (sanificazione) degli ambienti e delle superfici avviene sulla base di procedure e pianificazioni definite e costantemente aggiornate sulla base delle istruzioni fornite dalle competenti autorità sanitarie. Preliminarmente, è stata eseguita un’accurata analisi del contesto per attuare idonee, mirate ed efficaci misure di sanificazione.
È stato valutato, innanzitutto, ciascun tipo di ambiente, per determinare quali tipi di superfici e materiali fossero presenti, che uso ne venisse fatto, con quale frequenza gli spazi fossero frequentati e le superfici toccate.
Ciò ha comportato che in una prima fase le aule ed i laboratori didattici, tenuti chiusi per la sospensione delle attività didattiche “in presenza”, non fossero oggetto di intervento, venendo nel contempo modificate le caratteristiche e le frequenze di intervento nei locali oggetto di effettiva, seppur ridotta, frequentazione, quali i laboratori di ricerca, gli studi dei docenti, gli uffici, gli spazi comuni ed i servizi igienici.
In una successiva fase, con una limitata ripresa delle attività “in presenza” coinvolgenti l’utenza studentesca (attività laboratoriali di taluni insegnamenti, sedute di laurea magistrale, test di accesso ai corsi di studio a numero programmato, ecc.) le nuove modalità di intervento sono state estese agli ambienti in cui le attività si svolgano (prevedendo, all’occorrenza, anche presidi continuativi, come nel caso delle sedute di laurea magistrale, per assicurare l’immediato intervento di rapido ripasso dei punti di contatto in occasione dell'avvicendamento dei candidati nonché il monitoraggio della pulizia di ambienti e servizi igienici).
Gli interventi eseguiti sono oggetto di registrazione con specificazione di luoghi, date, orari, responsabili, ecc.
È utile ricordare, al riguardo, che sin dal 2010 la “qualità” del servizio di pulizia e igiene ambientale svolto per l’Ateneo è oggetto di certificazione/attestazione da parte di un Organismo Terzo accreditato a livello internazionale, attraverso una duplice strada: certificazione del Sistema di gestione per la qualità in conformità alla norma internazionale UNI EN ISO 9001 e attestazione in conformità ad una Specifica Tecnica che descrive gli standard non solo qualitativi ma anche contrattuali e più in generale di servizio che la Fondazione deve garantire all'Ente di Riferimento, mediante audit condotti dall'Organismo di Certificazione, che concentra l'attenzione sulla conformità ai capitolati e contratti.
La Fondazione ha, altresì, ritenuto di far eseguire due interventi completi di sanificazione degli ambienti e delle superfici dell’asilo nido aziendale dell’Università degli Studi di Salerno, rispettivamente nelle date del 3 e 4 luglio (in previsione dell’avvio del centro estivo, avvenuto il 6 luglio, cfr. attestazione) e del 5 settembre 2020 (in previsione dell’avvio dell’anno educativo 2020/2021, avvenuto il 7 settembre; cfr. attestazione).
Sanificazione ordinaria degli ambienti interni
Secondo le indicazioni fornite dalle competenti autorità sanitarie (cfr. Circolare del Ministero della Salute n. 17644 del 22 maggio 2020) tre sono i punti fermi per il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2:
- pulire accuratamente con acqua e detergenti neutri superfici, oggetti, ecc.;
- disinfettare con prodotti disinfettanti con azione virucida, autorizzati;
- garantire sempre un adeguato tasso di ventilazione e ricambio d’aria.
Nello svolgimento delle procedure di sanificazione sono adottate le attività nella sequenza fissata nelle indicazioni delle autorità competenti.
La normale pulizia ordinaria con acqua e sapone riduce la quantità di virus presente su superfici e oggetti, riducendo il rischio di esposizione. Il rischio di esposizione è ridotto ancor più se si effettuano procedure di disinfezione, dopo la pulizia, utilizzando prodotti disinfettanti con azione virucida autorizzati (PMC o biocidi). È importante la disinfezione frequente di superfici e oggetti quando toccati da più persone.
Appare utile chiarire il significato dei termini “pulizia”, “disinfezione” e “sanificazione” secondo le definizioni date dalle normative vigenti (cfr. Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020 versione del 15 maggio 2020).
La “pulizia” è “il processo mediante il quale un deposito indesiderato viene staccato da un substrato o dall’interno di un sostrato e portato in soluzione o dispersione” (cfr. Regolamento CE 648/2004). Per le attività di pulizia si utilizzano prodotti detergenti/igienizzanti per ambiente (i due termini sono equivalenti) che rimuovono lo sporco mediante azione meccanica o fisica e questa attività si può applicare anche a organismi potenzialmente nocivi e, nell’ambito di tale funzione, questi prodotti possono anche esplicare un’azione igienizzante. Quindi tutti i prodotti igienizzanti, privi della specifica autorizzazione, non sono da considerarsi come prodotti con proprietà disinfettanti/biocidi, bensì sono prodotti detergenti, e in quanto tali immessi in commercio come prodotti di libera vendita.
La “disinfezione” è un trattamento per abbattere la carica microbica di un ambiente, superficie, strumento, ecc. Per le attività di disinfezione si utilizzano prodotti disinfettanti (Presidi Medico Chirurgici o biocidi) la cui efficacia nei confronti dei diversi microrganismi, come ad esempio i virus, deve essere dichiarata in etichetta sulla base delle evidenze scientifiche presentate dalle imprese, stabilita a seguito dell’esame della documentazione (che include specifiche prove di efficacia) presentata al momento della richiesta di autorizzazione del prodotto.
La “sanificazione” rappresenta un “complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l’attività di pulizia e/o di disinfezione e/o di disinfestazione ovvero mediante il controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l’umidità e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l’illuminazione e il rumore” (cfr. DM 7 luglio 1997, n. 274 del Ministero dell’Industria e del Commercio). Pertanto, la sanificazione rappresenta un “complesso di procedimenti e di operazioni” che comprende attività di pulizia e/o attività di disinfezione che vanno intese “come un insieme di attività interconnesse tra di loro”. In alcuni casi, con la sola pulizia (es. trattamenti con il calore) o con la sola disinfezione è possibile ottenere la stessa efficacia nei confronti dei virus.
È anche opportuno precisare che, secondo le indicazioni delle competenti autorità sanitarie (cfr. Circolare del Ministero della Salute n. 17644 del 22 maggio 2020) se l’ambiente non è occupato da almeno 7-10 giorni, per riaprire l'area sarà necessaria solo la normale pulizia ordinaria, poiché il virus che causa COVID-19 non si è dimostrato in grado di sopravvivere su superfici più a lungo di questo tempo neppure in condizioni sperimentali.
La maggior parte delle superfici e degli oggetti necessita solo di una normale pulizia ordinaria, che viene eseguita secondo le usuali modalità e frequenze.
Tuttavia, è stato possibile definire un’organizzazione che consente, nei Campus dell’Ateneo, che le superfici e gli oggetti frequentemente toccati - ovunque si trovino in ambienti la cui frequentazione sia autorizzata – siano oggetto di quotidiana ed accurata pulizia e disinfezione mediante utilizzo di prodotti disinfettanti con azione virucida, autorizzati dal Ministero della Salute, al fine di ridurre ulteriormente il rischio della presenza dei patogeni.
Sono considerate ad alta frequenza di contatto, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, le seguenti superfici: davanzali interni, fan coil e termosifoni, scrivanie, cassettiere, tavoli, armadi, banchi, appendiabiti, sedie, poltrone, divani, panche, suppellettili, pc, tastiere, mouse, schermi tattili, stampanti, fax, fotocopiatrici, calcolatrici ed altre macchine da ufficio, telefoni, interruttori, pulsantiere, maniglie, corrimano, interni e porte di ascensori e montacarichi, contenitori per rifiuti, rubinetteria e sanitari dei servizi igienici (wc, lavandini, bidet, docce), distributori dei consumabili igienici (sapone lavamani, carta asciugamani, carta igienica), asciugamani elettrici, specchi, mensole, rivestimenti e porte dei servizi igienici ad altezza operatore, ecc.
È, altresì, assicurata la quotidiana detersione e disinfezione di tutte le tipologie di pavimenti negli ambienti la cui frequentazione sia autorizzata dall’Ateneo.
Nei servizi igienici, considerata la loro particolare criticità nella prevenzione del rischio, sono programmati due interventi giornalieri pulizia e disinfezione.
È utile evidenziare che, al fine di ridurre i problemi di pulizia e disinfezione, sarebbe opportuna la rimozione, oltre che degli elementi d’arredo inutili e non funzionali che non garantiscono il distanziamento sociale tra le persone che frequentano gli ambienti, anche, quando possibile, dei materiali morbidi e porosi. Infatti, materiali e oggetti come la moquette, i tappeti o le sedute in materiale tessile (sedie, panche, poltrone e divani) non sono generalmente facili da disinfettare come le superfici dure e non porose. Tali materiali, se non possibile la loro rimozione o copertura con teli rimovibili monouso o lavabili, sono comunque oggetto di quotidiana pulizia mediante impiego di adeguati prodotti che non li danneggino.
Per quanto concerne specificamente i disinfettanti come sopra definiti, secondo quanto riportato dalle competenti autorità sanitarie (cfr. Circolare del Ministero della Salute n. 17644 del 22 maggio 2020, Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020 versione del 15 maggio 2020 e Rapporto ISS COVID-19 n. 19/2020 versione del 13 luglio 2020), organismi nazionali ed internazionali e i dati derivanti dai PMC (Presidi Medico Chirurgici) attualmente autorizzati suggeriscono, come indicazioni generali per la disinfezione delle superfici, a seconda della matrice interessata, i principi attivi di seguito riportati:
- Superfici in pietra, metalliche o in vetro escluso il legno: detergente neutro e disinfettante virucida - sodio ipoclorito 0,1 % o etanolo (alcol etilico) al 70% o altra concentrazione, purché sia specificato virucida;
- Superfici in legno: detergente neutro e disinfettante virucida (contro i virus) a base di etanolo (70%) o ammoni quaternari (es. cloruro di benzalconio; DDAC);
- Servizi: pulizia con detergente e disinfezione con disinfettante a base di sodio ipoclorito almeno allo 0.1% sodio ipoclorito;
- Tessili (es. cotone, lino): lavaggio con acqua calda (70°C-90°C) e normale detersivo per bucato; in alternativa: lavaggio a bassa temperatura con candeggina o altri prodotti disinfettanti per il bucato.
La gran parte delle superfici dell’Ateneo sono disinfettate mediante impiego di prodotti a base di cloro:
- Disinfettante cloroattivo in compresse Presidio Medico Chirurgico Reg. Min. San. N° 17111;
- Disinfettante clorossidante ad azione detergente per la pulizia e la disinfezione di pavimenti e superfici lavabili Presidio Medico Chirurgico Reg. Min. San. N° 19651
Le superfici che non è possibile disinfettare mediante l’utilizzo di prodotti a base di cloro sono trattate mediante prodotti a base di etanolo (alcol etilico):
- Alcole Etilico Denaturato utilizzato come prodotto disinfettante per emergenza Covid-19 - Formula III della determinazione Prot. 131130 del 30-04-20
Anche per la gestione dei rifiuti che derivano dall’esecuzione delle operazioni di pulizia, igienizzazione e disinfezione si fa riferimento alle indicazioni delle competenti autorità sanitarie (cfr. Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020 versione del 15 maggio 2020 e Rapporto ISS COVID-19 n. 3/2020 versione del 31 maggio 2020). Nelle operazioni di pulizia, igienizzazione e disinfezione effettuate in ambienti lavorativi (ambienti non sanitari) ove non abbiano soggiornato soggetti COVID-19 positivi accertati, e finalizzate quindi alla prevenzione della diffusione dell’infezione COVID-19, i rifiuti prodotti quali ad esempio stracci, panni spugna, carta, guanti monouso, mascherine ecc., vanno conferiti nella raccolta indifferenziata come rifiuti urbani non differenziati (codice CER 20.03.01). Per la gestione di tali rifiuti si continuano a seguire le procedure già in essere, in quanto pienamente coerenti con le raccomandazioni comportamentali a scopo precauzionale di seguito elencate: utilizzare sacchi di idoneo spessore, evitare di comprimere il sacco durante il confezionamento per fare uscire l’aria, chiudere adeguatamente i sacchi, ecc.
Gli altri rifiuti prodotti nell’ambito della normale attività dell’Ateneo, che sono gestiti come rifiuti speciali o speciali pericolosi, devono essere classificati e gestiti dallo stesso Ateneo secondo le modalità previste dalle disposizioni vigenti.
Sanificazione straordinaria degli ambienti interni
Nell’ipotesi in cui si dovesse rendere necessaria una sanificazione straordinaria di ambienti dell’Ateneo dove abbiano soggiornato casi COVID-19, la stessa sarà eseguita secondo quanto previsto dalla Circolare del Ministero della Salute n. 5443 del 22 febbraio 2020. In particolare, a causa della possibile sopravvivenza del virus nell’ambiente per diverso tempo, i luoghi e le aree potenzialmente contaminati da SARS-CoV-2 saranno sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni prima di essere nuovamente utilizzati. Per la decontaminazione, sarà utilizzato ipoclorito di sodio 0,1% dopo la pulizia. Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, sarà utilizzato etanolo al 70% dopo la pulizia con un detergente neutro. Durante le operazioni di pulizia con prodotti chimici, sarà assicurata la ventilazione degli ambienti. Tutte le operazioni di pulizia saranno condotte da personale che indossa DPI (filtrante respiratorio FFP2 o FFP3, protezione facciale, guanti monouso, camice monouso impermeabile a maniche lunghe) e saranno seguite le misure indicate per la rimozione in sicurezza dei DPI (svestizione). Dopo l’uso, i DPI monouso saranno smaltiti come materiale potenzialmente infetto. Saranno pulite con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, quali superfici di muri, porte e finestre, superfici dei servizi igienici e sanitari. Le tende e altri materiali di tessuto saranno sottoposti a un ciclo di lavaggio con acqua calda a 90°C e detergente. Qualora non sia possibile il lavaggio a 90°C per le caratteristiche del tessuto, sarà addizionato il ciclo di lavaggio con candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio.
Sanificazione degli ambienti esterni
Le autorità sanitarie raccomandano di mantenere le pratiche di pulizia e igiene esistenti ordinariamente per le aree esterne (cfr. Circolare del Ministero della Salute n. 17644 del 22 maggio 2020 e Rapporto ISS COVID-19 n. 7/2020 versione del 29 marzo 2020).
Nello specifico, infatti, le aree esterne richiedono generalmente una normale pulizia ordinaria e non richiedono disinfezione.
Non è stato dimostrato che spruzzare disinfettanti (come, ad esempio, quelli a base di ipoclorito di sodio) sulle strade e sui marciapiedi riduca il rischio di COVID-19 per il pubblico, mentre può rappresentare un grave danno per l’ambiente.
In pieno accordo con tali indicazioni, la Fondazione assicura l’espletamento delle ordinarie attività di pulizia delle aree esterne, che nel caso delle aree carrabili (strade, parcheggi, piazze) sono costituite, oltre che dalle usuali operazioni di spazzamento, anche da periodici interventi di lavaggio con acqua e detergenti convenzionali, eseguiti in giornate di chiusura dell’Ateneo, in assenza di pioggia e vento, in orari in cui le temperature non sono elevate, e nel pieno controllo del rischio inalatorio per gli operatori professionali, che sono dotati di adeguati dispositivi di protezione individuale.